Vincenzo Sanasi d’Arpe al convegno "L’AI tra transizione regolatoria e finanza etica"
L'IA è uno strumento dalle grandissime potenzialità purché resti al servizio dell’Uomo

SANASI D’ARPE: «FONDAMENTALE PERSEGUIRE EQUILIBRIO TRA PROGRESSO TECNOLOGICO E TUTELA DEI DIRITTI UMANI, COSTRUENDO UNA SOCIETÀ DIGITALE EQUA E SOSTENIBILE»
Martedì 11 marzo il Prof. Avv. Vincenzo Sanasi d’Arpe, Ad di Consap, è intervenuto al convegno ‘L’AI TRA TRANSIZIONE REGOLATORIA E FINANZA ETICA’ organizzato da ANASF con la collaborazione di ConsulenTia presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Il convegno ha generato uno scambio di idee e di spunti sui principi etici e giuridici che stanno alla base della regolamentazione dell’AI, sullo sviluppo dell'intelligenza artificiale in rapporto all’interazione generazionale, sull’educazione finanziaria e la parità di genere.
Nella prima parte, dedicata ai contributi istituzionali, è intervenuto l’Ad di Consap, ponendo l’accento sull’intelligenza artificiale come realtà ineludibile, con profonde implicazioni etiche, morali e giuridiche sia a livello internazionale che nazionale.
«Proprio in queste ore il Senato sta esaminando un disegno di legge in materia di intelligenza artificiale, segno di una crescente consapevolezza dell’importanza di regolamentare questa tecnologia. Viviamo un’epoca in cui l’IA permea sempre più aspetti della nostra vita quotidiana e del nostro sistema economico, consentendo risultati straordinari grazie alla sua capacità di elaborazione avanzata».
L’Ad ha sottolineato come «da grandi poteri derivano grandi responsabilità: è fondamentale perseguire un equilibrio tra progresso tecnologico e tutela dei diritti umani, costruendo una società digitale equa e sostenibile.
Un riferimento imprescindibile in questo dibattito è la Rome Call for AI Ethics – ha proseguito Sanasi d’Arpe - iniziativa promossa dalla Pontificia Accademia per la Vita e dalla Fondazione RenAIssance, che mira a diffondere una visione etica dell’IA coinvolgendo istituzioni, aziende e centri di ricerca».
Nella parte finale del suo intervento, l’Ad ha parlato dell’UE e del ruolo pionieristico che ha assunto nella regolamentazione dell’IA, con il Regolamento UE 2024/1689.
«Tale regolamento definisce le caratteristiche dei sistemi automatizzati e ne disciplina i potenziali impatti negativi. Nel contesto della finanza etica, sorgono interrogativi cruciali: è lecito e responsabile permettere a chiunque di operare sui mercati finanziari attraverso strumenti digitali avanzati, senza un’adeguata educazione finanziaria? La crescente spersonalizzazione della finanza e l’opacità degli algoritmi decisionali rendono sempre più difficile l’attribuzione delle responsabilità. Sono questioni che richiedono una regolamentazione chiara e principi etici solidi.
Le normative sull’AI devono dunque essere in grado di proteggere i diritti dei cittadini, garantire la privacy e prevenire abusi, senza soffocare l’innovazione. È un equilibrio delicato, ma essenziale per costruire una società che renda cittadini e Istituzioni consapevoli del significato profondo che può assumere l’utilizzo di questi strumenti. Ognuno deve essere consapevole dei vantaggi, ma anche dei problemi dal ricorso a queste nuove tecnologie. Si tratta del principio Human The Lupe che fa perno sull’articolo 22 del GDPR (General Data Protection Regulation).
Si invoca allora un necessario ritorno all’umanesimo nell’accezione dell’uomo come “centro gravitazionale” intorno al quale sviluppare tecnologie che non modifichino o mettano in subordine o in pericolo l'uomo stesso: ‘un umanesimo digitale o tecnologico’ per usare le parole di Papa Francesco. L’Europa è intervenuta con il primo atto legislativo al mondo volto a disciplinare le materie e a limitare gli effetti negativi che i sistemi di intelligenza artificiale possono produrre all’interno dello “spazio giuridico dell’Unione Europea”. L’Europa dunque – ha concluso l’Ad - guidata da principi etici, ha utilizzato lo strumento normativo dell’impianto regolatorio per introdurre dei limiti all’intelligenza artificiale affinché la stessa possa migliorare la qualità della vita delle persone, garantendo un livello elevato di protezione dei diritti fondamentali sanciti dalla carta dell’Unione Europea».